lunedì 31 marzo 2014

6.

E’ tanto tempo che non pubblico qualcosa. La vita è stata cattiva con me in questi mesi e in più un paio di persone mi hanno dato buca (‘ci loro..) facendomi ritardare ulteriormente il tutto. La notizia interessante comunque non è il mio di ritorno, ma quello degli Zu, che proprio mentre sto scrivendo pubblicano il loro nuovo Ep. Parliamone con Luca T.Mai, sax baritono e membro fondatore della band. 


_Luca T.Mai è nato a Bergamo il 16 Novembre1968



Mr.LowProfile: Ciao Luca, grazie per l’intervista! È un piacere poterti conoscere meglio. Ti conosco principalmente come sassofonista degli Zu e dei Mombu, con loro hai un modo di suonare molto “noise” e spesso emetti note gravi con il tuo sax che ricordano le distorsioni urlanti delle chitarre. Non conoscendoti di persona non saprei veramente immaginare quali possano essere stati gli ascolti musicali che ti hanno più emozionato da ragazzino, il jazz o i Napalm Death? John Coltrane o i No Means No? Veramente non me la sentirei di ipotizzare alcun nome. Ci racconti quali sono stati i tuoi eroi musicali di gioventù e quali i gruppi che invece ascolti più volentieri in questo momento?

Luca: Ciao MLP. Tutti i nomi che hai citato fanno parte del mio bagaglio di ascolti assidui. La passione musicale da che mi ricordi c'è da quando sono imberbe. La scintilla è avvenuta con i Police, ma coloro che hanno innescato la bomba sono stati gli Ac/Dc. Da li tutto e solo Heavy Metal. Quando gli orizzonti del Metal mi sembravano angusti ho cominciato ad ascoltare di tutto e posso dire che attualmente una mia giornata tipo prevede: risveglio con i Cannibal Corpse, pranzo con Lee Scratch Perry e a letto con Lauryn Hill, solo musicalmente parlando :-)

Mr.Lp: Come mai hai deciso di suonare il sassofono invece di una bella chitarrona con un distorsore gigante o un bel basso monocorda? Come ti sei avvicinato al tuo strumento?

Luca: Ho iniziato a suonare tardi e in quel periodo ero appassionato di jazz e in particolare di Coltrane e Dolphy tant'è che volevo iniziare a suonare il clarinetto basso. Poi in un negozio di musica cominciai a parlare con il sassofonista baritonista dell'orchestra della Rai che mi fece un discorso di due ore sulla bellezza del sax e di quanto fosse importante fare musica nella vita. Ora suono solo il sax baritono e a volte mi chiedo quanto quella conversazione abbia influito sulla scelta di questo strumento.

Mr.Lp: Nel 1997 nascono gli Zu. Come vi siete conosciuti tu Jacopo e Massimo e da cosa deriva il nome del gruppo?

Luca: Io e Massimo ci siamo conosciuti davanti ai cancelli dell'allora Teatro Tenda alle 9 del mattino per conquistare le prime file per il concerto dei Saxon. Da li in poi è nata una fratellanza che ancora oggi ci unisce. Qualche anno dopo Massimo venne a sapere che avevo iniziato a suonare il sax e così lo disse a Jacopo e a Tiziana Lo Conte, che allora erano nei Gronge, per un provino. Così iniziammo e dopo la defezione di Tiziana ci chiudemmo in cantina per due anni tutti i giorni per sei, otto ore al giorno. Il nome Zu deriva appunto da questa esperienza, difatti Zu in tedesco significa chiuso.

Mr.Lp: La musica degli Zu è stata definita dalla stampa musicale “jazzcore”. Tu come la definiresti?

Luca: Iniziammo noi a definirla cosi, ma è solo un termine che serve alla stampa e, allora, ai negozi di dischi. Anche con Mombu definisco la nostra musica Afro Grind, ma al di là di tutto è una specie di gioco. Ti posso dire che per me la musica è un mezzo e al contempo una disciplina per il corpo, la mente e lo spirito.

Mr.Lp: La vostra natura collaborativa è leggendaria ed ha sempre come risultato qualcosa di nuovo per il sound Zu. Sono state molte le collaborazioni con l’estero e gli Stati Uniti in particolare: Eugene Chadbourne, Amy Denio, Steve Albini (con cui hanno registrato “Igneo” nel suo studio di Chicago), Ken Vandemark, Mike Patton e Buzz Osborne solo per citarne alcuni. Pare abbiate trovato una seconda casa negli States insomma, come sono nate queste amicizie?

Luca: Dice bene; collaborazione nate da amicizie e stima reciproca. Nessun intento di gratificarsi con queste relazioni e nessuna idea di trarci  profitto personale.

Mr.Lp: Hai fatto centinaia di concerti all’estero, Stati Uniti ed Europa compresa, qual è stata l’esperienza live all’infuori dello stivale più esaltante della tua carriera da musicista?

Luca: Credo che l'apice l'abbiamo raggiunto con Zu all'ATP nel 2010.

Mr.Lp: E’ famosa sul web una introduzione di Danny De Vito ad un vostro concerto del 2008 con Mike Patton a Roma. Che occasione era? Ci racconti qualche retroscena di quella serata?

Luca: Danny De Vito ci salvò dal linciaggio del pubblico romano. Ci dilungammo senza pensarci al ristorante dove Mike invitò Danny  che stava girando un film a Roma. Quando il promoter ci venne a prelevare, entrando nel locale vedemmo, ma soprattutto sentimmo, che la gente era inferocita da quasi due ore di attesa. Danny si offerse di presentare la serata e il pubblico lo riconobbe: ci fu un boato e la serata fu salva.

Mr.Lp: Ormai è ufficiale il ritorno degli Zu ad Aprile 2014, l’unica amarezza è rappresentata dal fatto che non ci sarà più Jacopo Battaglia alla batteria… L’edulcorante tuttavia risponde al nome di Gabe Serbian il granitico batterista dei californiani the Locust. Come vi siete trovati ad avere lui alle pelli per il nuovo Ep?

Luca: Nel 2011 provammo un sacco di batteristi tra cui Gabe. Ci conoscemmo all'ATP e umanamente rimanemmo amici tanto che lo chiamammo per una prova con noi dopo che Jacopo se ne andò. I tempi non erano maturi, visto che come Zu abbiamo sempre agito in maniera lenta, ma  soprattutto dovevamo metabolizzare il fatto della defezione di Jacopo. Gabe è una persona molto tranquilla e questo è una caratteristica che apprezziamo molto. So che gli Zu hanno rappresentato e rappresentano qualcosa per i fans che va oltre l'attaccamento e quindi il fatto che non ci sia più Jacopo ma Gabe è vissuto con attesa, un misto di confronto e curiosità, ma abbiamo sempre lo stesso spirito, cambierà solo la pronuncia con cui verrà espresso.

Mr.Lp: Carboniferous è il mio disco preferito degli Zu. Forse è una scelta impopolare per i fans di vecchia data, ma ogni vostra evoluzione mi è sempre sembrata migliore della precedente o quantomeno naturale. Come si sta sviluppando il suono dei nuovi Zu con Gabe? Avete in serbo altre sorprese?

Luca: Al primo tour di presentazione di Carboniferous venne un ragazzo dopo il concerto e mi disse che il suo disco preferito era Bromio, una bella soddisfazione dopo anni di lavoro :-). Il nuovo ep è secondo me un compendio di 10 anni di Zu ma con un altro aspetto ritmico. Con Gabe ci vedremo tra Giugno e Luglio dove inizieremo a lavorare per il disco nuovo. Non so cosa ne uscirà, ma sicuramente ci saranno delle sorprese anche per noi.

Mr.Lp: Solitamente, a questo punto dell’intervista, chiedo un consiglio per un ragazzo che ha una band, nel tuo caso mi sento di consigliare al posto tuo perseveranza, sudore e passione per il proprio lavoro… altro da aggiungere?

Luca: Hai detto bene ma faccio  giusto una piccola appendice: si sceglie sempre tra due strade, pure per bere un bicchiere d'acqua, a volte consapevolmente altre no, ma siamo sempre di fronte a una scelta da fare che ci responsabilizza e che decide poi delle nostre vite. Nel caso delle nostre vite nella musica  la scelta è tra una via che definisco oscura, più dritta e facile, ma che appaga solo l'ego e nutre l'ombra. La seconda è più dura e tortuosa ma  alimenta lo spirito e di sicuro rimani con la coscienza pulita. Quindi mi sento di dire di fare delle scelte consapevoli, di modo che  qualsiasi decisione sia di propria responsabilità e non di qualcun altro.

Mr.Lp: Mentre scrivevo questa intervista stavo pensando che gli Zu sono per loro natura una band da vivere live sui palchi e di conseguenza praticamente immune alla crisi del mercato discografico. Quanto la vostra intensa attività live ha contribuito al successo e alla longevità della band secondo te?

Luca: Abbiamo sempre prediletto l'attività live. Sui palchi impari un sacco di cose su come funziona un brano, affini il suono e passi tanto altro sia a chi sta sul palco con te sia a chi è di fronte a te.

Mr.Lp: E per noi amanti degli stornelli romani d’oggi e di ieri niente in vista sul fronte Ardecore?

Luca: Ardecore è oramai un'attività di Giampaolo Felici. Siamo usciti da quell' esperienza appunto perchè l'ego personale ha prevalso sulla collaborazione collettiva.

Mr.Lp: E anche per te l’immancabile domandone finale, come ti immagini a 60 anni?

Luca: Azz … da giovane mi chiedevo dove sarei stato a quaranta. A quaranta meglio non chiedersi dove starò a sessanta.