mercoledì 30 luglio 2014

7.

Sono passati mesi dall'ultima intervista, nel frattempo nel nostro paese Renzi continua ad ostentare sicurezza, l'Italia è uscita malamente dai mondiali di calcio e l'estate tarda ad arrivare. Citando il calciatore romano Daniele De Rossi dopo la magra figura della nazionale : "...dobbiamo ricordarci tutto e ripartire da uomini veri, non dalle figurine o dai personaggi...". A tal proposito ho deciso di ripartire con un'intervista telefonica a Lorenzo Moretti, chitarrista della band capitolina dei Giuda che, con il suo inconfondibile accento romano, si è reso gentilmente disponibile a rispondere a tutte le mie domande. Un abbraccio ragazzi e alla prossima intervista!


_Lorenzo Moretti è nato a Roma il 31 Gennaio del 1980.
E' stato il chitarrista dei Taxi e attualmente è chitarrista e produttore dei Giuda


Mr.LowProfile: Ciao Lorenzo, grazie per il tuo tempo, iniziamo con le domande e vediamo in quanto tempo riesco ad annoiarti. Quando hai iniziato a suonare la chitarra? Quali sono stati i primi gruppi che hai ascoltato e che ti hanno fatto innamorare della musica?

Lorenzo: E’ iniziato tutto nel più classico dei modi: avevo circa 8 anni e andai in vacanza dai miei zii in Toscana, mio cugino mi fece conoscere gli Iron Maiden e da lì è iniziata la passione per un certo tipo di musica. La folgorazione definitiva arrivò all’età di 11 anni quando sentii per la prima volta i Ramones … Li ascoltavo in continuazione, non riuscivo a  spiegarmi come potesse esistere una band così. A 12 anni formai il mio primo gruppo e da allora non mi sono mai fermato.

Mr.Lp: Parliamo degli esordi e della tua precedente band, i “Taxi” . Cosa vi ha spinto a suonare punk rock negli anni novanta e quali ascolti ti hanno influenzato a quei tempi?

Lorenzo: Io, Tenda e Danilo suoniamo insieme dal ’92. Inizialmente suonavamo pezzi dei Ramones e provavamo a comporre qualche pezzo nostro. I Taxi nascono circa nel ’97 e nella formazione originale c’erano sempre Danilo e Tenda. A quei tempi ascoltavamo molti gruppi minori punk rock inglesi, forse la scena anglosassone è quella che ci ha influenzato di più in quegli anni, più di quella americana.

Mr.Lp: Dalla periferia romana al mondo intero con i “Giuda”. Tuttavia si dice che tutte le strade portano a Roma … quanto sei legato al tuo territorio, musicalmente parlando, nonostante abbiate raggiunto notorietà grazie al mercato estero?

Lorenzo: Diciamo che è sempre un piacere suonare a Roma perché si ritrovano sempre amici di vecchia data. In una delle ultime date al Blackout poi, abbiamo suonato davanti a 700 persone e ci ha fatto un enorme piacere. Per il resto nulla di troppo imprescindibile.

Mr.Lp: Avete un luogo, un locale o una sala prove, alla quale siete particolarmente legati e che vi sentireste di definire un po’ come il vostro “quartier generale”?

Lorenzo: Si, in realtà più coi Taxi che con i Giuda. Ai tempi ci si trovava spesso nel quartiere di San Lorenzo, una zona di Roma che ora è un pochino decaduta ma che noi amavamo molto. Ci si trovava spesso in bar della zona a farsi qualche birra anche durante settimana. Sai, non si avevano troppi impegni allora! Adesso alcuni di noi hanno una famiglia e gli impegni sono aumentati, spesso siamo in giro per concerti nel week end e quindi durante settimana e nei giorni liberi siamo più propensi a stare con i nostri cari o con amici.

Mr.Lp: Clap di mani, chitarre fredde ultra distorte, voci corali. Il vostro sound richiama esplicitamente gli anni ‘70 e raccoglie tra gli estimatori un pubblico piuttosto eterogeneo. Qual è secondo te la formula vincente del contagioso successo dei Giuda?

Lorenzo: Effettivamente è vero, raccogliamo un pubblico piuttosto eterogeneo. Ci è capitato per esempio di suonare in Germania in  diversi festival davanti ad un pubblico composto quasi interamente da skinheads e punk. Il prossimo Agosto, invece, saremo al Frequency in Austria, dove suoneremo sullo stesso palco di gruppi come Queens of the stone age, Placebo ecc…  Suoniamo un r’n’r diretto e divertente, non estremo, che è godibile anche da chi non ascolta musica di genere. Questo è sicuramente uno dei nostri punti di forza come lo è sicuramente l’immaginario che abbiamo creato con le nostre grafiche e il nostro stile musicale. Ecco probabilmente è questo che ci caratterizza maggiormente e ci stacca un pochino dal panorama underground.

Mr.Lp: Siete stati elogiati all’estero da riviste come “Mojo” e “Rolling Stone” e da personaggi del calibro di Phil KIng (Jesus and Mary Chain/Lush), Robin Wills (Barracudas), Kim Fowley, Tony Barber (Buzzcocks), Tesco Vee (Meatmen), Tony Sylvester (Turbonegro). Indubbiamente i complimenti fanno piacere a tutti, soprattutto se sinceri e meritati come nel vostro caso. Qual è stata la soddisfazione più grossa che ti sei tolto ad oggi durante la tua carriera da musicista?

Lorenzo: Onestamente se devo pensare alla soddisfazione più grossa che mi sono tolto è che finalmente posso vivere quasi esclusivamente di musica e in un momento di crisi come questo il poter vivere della propria passione, suonando e andando in tour, è una soddisfazione immensa. Fino a due anni fa non lo avrei mai pensato, voglio dire, ho una casa in affitto che condivido con altre persone e ho ancora  qualche problemuccio ad arrivare alla fine del mese, ma poter avere uno stipendio dalla mia attività musicale è sicuramente la soddisfazione più grossa.

Mr.Lp: Nell’ultimo anno siete stati in tour in Italia, Europa e negli Sati Uniti. Quale nazione vi ha accolto con più calore e quale data del tour ricordi con più piacere?

Lorenzo: Credo che la Francia sia la nazione nella quale ci sentiamo più a casa … le date che ricordo con più piacere tuttavia sono probabilmente quelle di Londra, finite tutte sold out: l’ultima al Barfly è stata incredibile, Il pubblico cantava tutti i nostri pezzi e sembrava conoscerci da sempre. E’ stato veramente emozionante.

Mr.Lp: Cosa vi piace fare nei day off in tournè e quali sono le vostre passioni comuni all’infuori della musica?

Lorenzo: Dipende, quando siamo stati negli Stati Uniti abbiamo sfruttato il tempo libero per fare i turisti. Siamo stati alle cascate del Niagara e a visitare altri posti in versione veramente vacanziera e rilassata. Poi me ne tornano in mente altri, tipo quella volta in Francia in cui, arrivando dal clima romano di fine Settembre, siamo stati catapultati nel freddo colossale della Bretagna e abbiamo passato un day off in albergo a riprenderci dal freddo, mangiando formaggi francesi, bevendo vino e vedendo la partita di campionato della Roma.

Mr.Lp: Perché secondo te alcune band italiane come voi che cantano in lingua inglese hanno più difficoltà nell’essere recepite nel nostro paese rispetto al resto d’Europa? Voglio dire, la maggior parte dei miei gruppi r’n’r preferiti sono svedesi (vedi Hellacopters, Turbonegro, Gluecifers, International noise conspiracy, ecc…) eppure hanno avuto un buon seguito anche in patria…

Lorenzo: Storicamente in Italia il rock di un certo tipo ha sempre attecchito poco, se ci pensi anche negli anni settanta il rock che era più apprezzato era quello dei gruppi tecnici e colti, il progressive dei Genesis e compagnia bella, siamo stati sempre abbastanza snob da questo punto di vista. All’estero c’è sicuramente una cultura rock and roll maggiore, anche solo in Francia o in Spagna, il pubblico è più preparato a recepire un certo tipo di sound.  

Mr.Lp: Quindi tu credi sia una cosa più dovuta alla cultura che alla lingua…

Lorenzo: Io credo di si, voglio dire, il rock and roll e il punk non hanno mai avuto larga diffusione nel nostro paese quando in paesi come la Svezia che citavi prima è praticamente una parte della propria economia. Se non si è abituati ad ascoltare certe cose … insomma, qui abbiamo avuto un movimento di nicchia legato a pochi gruppi come i Decibel ecc … mentre a pochi chilometri da noi in Jugoslavia, esisteva un vero e proprio movimento e un’ etichetta di stato come la Jugoton che ha prodotto e stampato fior fiori di gruppi punk molto più fighi e mooolto più importanti di quello che sono stati i nostri gruppi italiani di riferimento.

Mr.Lp: Mi hai detto che siete attualmente in studio a registrare, puoi darci qualche anticipazione?

Lorenzo: Abbiamo cominciato a scrivere i pezzi per il nuovo album, in realtà sono ancora un po’ pochini, tre, tre e mezzo, diciamo che il quarto è ancora in fase di completamento. Stiamo facendo delle preproduzioni per testare una macchina a nastro che abbiamo comprato, 24 piste su 2 pollici, che ci permetterà di produrre tutto da soli senza appoggiarci ad altri studi e allontanarci da Roma. Faremo tutto da noi, in casa, in maniera molto più rilassata, è la grande novità del 2014 dei Giuda. Il disco sarà prodotto sempre da me e dal nostro sound engineer Danilo Silvestri, ma non vedrà la luce prima del 2015. 

Mr.Lp: Come ti immagini a 60 anni?

Lorenzo: Intanto spero di arrivarci, poi visto che non mi vedo a suonare ancora “Wild tiger woman” a 60 anni, spero di piazzare una bella hit prima di allora in modo da poter campare tranquillo per il resto dei miei giorni.

Mr.Lp: Non posso fare altro che augurartelo!