E’ tanto tempo
che non pubblico qualcosa. La vita è stata cattiva con me in questi mesi e in più
un paio di persone mi hanno dato buca (‘ci loro..) facendomi ritardare
ulteriormente il tutto. La notizia interessante comunque non è il mio di ritorno,
ma quello degli Zu, che proprio mentre sto scrivendo pubblicano il loro
nuovo Ep. Parliamone con Luca T.Mai, sax baritono e membro fondatore della band.
_Luca T.Mai è nato a Bergamo il 16 Novembre1968
Mr.LowProfile: Ciao Luca, grazie per l’intervista! È un piacere poterti conoscere meglio. Ti conosco principalmente come sassofonista degli Zu e dei Mombu, con loro hai un modo di suonare molto “noise” e spesso emetti note gravi con il tuo sax che ricordano le distorsioni urlanti delle chitarre. Non conoscendoti di persona non saprei veramente immaginare quali possano essere stati gli ascolti musicali che ti hanno più emozionato da ragazzino, il jazz o i Napalm Death? John Coltrane o i No Means No? Veramente non me la sentirei di ipotizzare alcun nome. Ci racconti quali sono stati i tuoi eroi musicali di gioventù e quali i gruppi che invece ascolti più volentieri in questo momento?
Luca: Ciao
MLP. Tutti i nomi che hai citato fanno parte del mio bagaglio di ascolti
assidui. La passione musicale da che mi ricordi c'è da quando sono imberbe. La
scintilla è avvenuta con i Police, ma coloro che hanno innescato la bomba sono
stati gli Ac/Dc. Da li tutto e solo Heavy Metal. Quando gli orizzonti del Metal
mi sembravano angusti ho cominciato ad ascoltare di tutto e posso dire che
attualmente una mia giornata tipo prevede: risveglio con i Cannibal Corpse,
pranzo con Lee Scratch Perry e a letto con Lauryn Hill, solo musicalmente
parlando :-)
Mr.Lp: Come mai hai deciso di suonare il
sassofono invece di una bella chitarrona con un distorsore gigante o un bel
basso monocorda? Come ti sei avvicinato al tuo strumento?
Luca: Ho
iniziato a suonare tardi e in quel periodo ero appassionato di jazz e in
particolare di Coltrane e Dolphy tant'è che volevo iniziare a suonare il
clarinetto basso. Poi in un negozio di musica cominciai a parlare con il
sassofonista baritonista dell'orchestra della Rai che mi fece un discorso di
due ore sulla bellezza del sax e di quanto fosse importante fare musica nella
vita. Ora suono solo il sax baritono e a volte mi chiedo quanto quella
conversazione abbia influito sulla scelta di questo strumento.
Mr.Lp: Nel 1997 nascono gli Zu. Come vi
siete conosciuti tu Jacopo e Massimo e da cosa deriva il nome del gruppo?
Luca: Io e Massimo ci siamo conosciuti
davanti ai cancelli dell'allora Teatro Tenda alle 9 del mattino per conquistare
le prime file per il concerto dei Saxon. Da li in poi è nata una fratellanza
che ancora oggi ci unisce. Qualche anno dopo Massimo venne a sapere che avevo iniziato
a suonare il sax e così lo disse a Jacopo e a Tiziana Lo Conte, che allora
erano nei Gronge, per un provino. Così iniziammo e dopo la defezione di Tiziana
ci chiudemmo in cantina per due anni tutti i giorni per sei, otto ore al giorno.
Il nome Zu deriva appunto da questa esperienza, difatti Zu in tedesco significa
chiuso.
Mr.Lp: La musica degli Zu è stata definita
dalla stampa musicale “jazzcore”. Tu come la definiresti?
Luca: Iniziammo
noi a definirla cosi, ma è solo un termine che serve alla stampa e, allora, ai
negozi di dischi. Anche con Mombu definisco la nostra musica Afro Grind, ma al
di là di tutto è una specie di gioco. Ti posso dire che per me la musica è un
mezzo e al contempo una disciplina per il corpo, la mente e lo spirito.
Mr.Lp: La vostra natura collaborativa è
leggendaria ed ha sempre come risultato qualcosa di nuovo per il sound Zu. Sono
state molte le collaborazioni con l’estero e gli Stati Uniti in particolare:
Eugene Chadbourne, Amy Denio, Steve Albini (con cui hanno registrato “Igneo”
nel suo studio di Chicago), Ken Vandemark, Mike Patton e Buzz Osborne solo per
citarne alcuni. Pare abbiate trovato una seconda casa negli States insomma,
come sono nate queste amicizie?
Luca: Dice
bene; collaborazione nate da amicizie e stima reciproca. Nessun intento di
gratificarsi con queste relazioni e nessuna idea di trarci profitto personale.
Mr.Lp: Hai fatto centinaia di concerti
all’estero, Stati Uniti ed Europa compresa, qual è stata l’esperienza live
all’infuori dello stivale più esaltante della tua carriera da musicista?
Luca: Credo
che l'apice l'abbiamo raggiunto con Zu all'ATP nel 2010.
Mr.Lp: E’ famosa sul web una introduzione di
Danny De Vito ad un vostro concerto del 2008 con Mike Patton a Roma. Che
occasione era? Ci racconti qualche retroscena di quella serata?
Luca: Danny De Vito ci salvò dal
linciaggio del pubblico romano. Ci dilungammo senza pensarci al ristorante dove
Mike invitò Danny che stava girando un
film a Roma. Quando il promoter ci venne a prelevare, entrando nel locale
vedemmo, ma soprattutto sentimmo, che la gente era inferocita da quasi due ore di
attesa. Danny si offerse di presentare la serata e il pubblico lo riconobbe: ci
fu un boato e la serata fu salva.
Mr.Lp: Ormai è ufficiale il ritorno degli Zu
ad Aprile 2014, l’unica amarezza è rappresentata dal fatto che non ci sarà più
Jacopo Battaglia alla batteria… L’edulcorante tuttavia risponde al nome di Gabe
Serbian il granitico batterista dei californiani the Locust. Come vi siete
trovati ad avere lui alle pelli per il nuovo Ep?
Luca: Nel
2011 provammo un sacco di batteristi tra cui Gabe. Ci conoscemmo all'ATP e
umanamente rimanemmo amici tanto che lo chiamammo per una prova con noi dopo
che Jacopo se ne andò. I tempi non erano maturi, visto che come Zu abbiamo
sempre agito in maniera lenta, ma soprattutto
dovevamo metabolizzare il fatto della defezione di Jacopo. Gabe è una persona
molto tranquilla e questo è una caratteristica che apprezziamo molto. So che
gli Zu hanno rappresentato e rappresentano qualcosa per i fans che va oltre
l'attaccamento e quindi il fatto che non ci sia più Jacopo ma Gabe è vissuto
con attesa, un misto di confronto e curiosità, ma abbiamo sempre lo stesso
spirito, cambierà solo la pronuncia con cui verrà espresso.
Mr.Lp: Carboniferous è il mio disco
preferito degli Zu. Forse è una scelta impopolare per i fans di vecchia data,
ma ogni vostra evoluzione mi è sempre sembrata migliore della precedente o
quantomeno naturale. Come si sta sviluppando il suono dei nuovi Zu con Gabe?
Avete in serbo altre sorprese?
Luca: Al primo tour di presentazione
di Carboniferous venne un ragazzo dopo il concerto e mi disse che il suo disco
preferito era Bromio, una bella soddisfazione dopo anni di lavoro :-). Il nuovo
ep è secondo me un compendio di 10 anni di Zu ma con un altro aspetto ritmico.
Con Gabe ci vedremo tra Giugno e Luglio dove inizieremo a lavorare per il disco
nuovo. Non so cosa ne uscirà, ma sicuramente ci saranno delle sorprese anche
per noi.
Mr.Lp: Solitamente, a questo punto dell’intervista,
chiedo un consiglio per un ragazzo che ha una band, nel tuo caso mi sento di
consigliare al posto tuo perseveranza, sudore e passione per il proprio lavoro…
altro da aggiungere?
Luca: Hai
detto bene ma faccio giusto una piccola
appendice: si sceglie sempre tra due strade, pure per bere un bicchiere
d'acqua, a volte consapevolmente altre no, ma siamo sempre di fronte a una
scelta da fare che ci responsabilizza e che decide poi delle nostre vite. Nel
caso delle nostre vite nella musica la
scelta è tra una via che definisco oscura, più dritta e facile, ma che appaga
solo l'ego e nutre l'ombra. La seconda è più dura e tortuosa ma alimenta lo spirito e di sicuro rimani con la
coscienza pulita. Quindi mi sento di dire di fare delle scelte consapevoli, di
modo che qualsiasi decisione sia di
propria responsabilità e non di qualcun altro.
Mr.Lp: Mentre scrivevo questa intervista
stavo pensando che gli Zu sono per loro natura una band da vivere live sui
palchi e di conseguenza praticamente immune alla crisi del mercato
discografico. Quanto la vostra intensa attività live ha contribuito al successo
e alla longevità della band secondo te?
Luca: Abbiamo
sempre prediletto l'attività live. Sui palchi impari un sacco di cose su come
funziona un brano, affini il suono e passi tanto altro sia a chi sta sul palco
con te sia a chi è di fronte a te.
Mr.Lp: E per noi amanti degli stornelli
romani d’oggi e di ieri niente in vista sul fronte Ardecore?
Luca: Ardecore
è oramai un'attività di Giampaolo Felici. Siamo usciti da quell' esperienza
appunto perchè l'ego personale ha prevalso sulla collaborazione collettiva.
Mr.Lp: E anche per te l’immancabile
domandone finale, come ti immagini a 60 anni?
Luca: Azz
… da giovane mi chiedevo dove sarei stato a quaranta. A quaranta meglio non
chiedersi dove starò a sessanta.
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