Chi di noi
non ha mai avuto un gruppo al liceo col quale ha sognato di diventare una
rockstar? Chi, da ragazzino, suonando la chitarra nella sua cameretta, non ha
immaginato di essere davanti a migliaia di persone che cantano a squarciagola le
proprie canzoni? Chi non ha mai provato ammirazione e simpatia per chi,
arrivato all’apice della carriera, decide di rimettersi in gioco e ricominciare
da capo? Chi non ha mai sognato di scalare una hit parade? Beh, lui è riuscito
a fare tutto questo, con dignità, professionalità e, soprattutto, rimanendo
sempre se stesso … e fidatevi non è affatto una cosa scontata. Oggi parliamo
con Diego Galeri, la sua storia sembra fatta apposta per questo blog ed io ho
una gran voglia di conoscerla …
Diego Galeri è un musicista e
produttore musicale nato a Brescia nel 1968 e ad oggi è stato:
Membro fondatore e batterista dei Timoria
dal 1985 al 2002 (coi quali vince due
dischi d’oro per “Viaggio senza vento” e “2020 Speedball”),
Batterista dei Miura dal 2002 al 2012,
Batterista degli Adam Carpet dal 2012
ad oggi,
Sul finire del 2007 Diego fonda la “Prismopaco
Records” con la quale ricopre anche le vesti di produttore.
Mr.LowProfile: Ciao Diego, è un piacere poterti
intervistare. La prima domanda riguarda i tuoi primissimi amori musicali. A che
età hai iniziato a suonare il tuo primo strumento e quali gruppi musicali ti
hanno fatto venir voglia di farlo?
Diego: Ho iniziato a suonare la
chitarra classica intorno ai 10anni per poi passare alla batteria dopo un paio
d'anni… Non penso ci siano state bands che mi abbiano fatto venir voglia di
suonare, è sempre stata una forte pulsione. La musica mi ha sempre trasmesso
emozioni a prescindere dal genere. Le prime bands che ho ascoltato tra la fine
degli anni 70 e i primi anni 80 hanno sicuramente influenzato il mio percorso
artistico e il mio gusto/stile musicale, ma sono molto curioso e continuo a cercare
e scoprire cose nuove, amo ricevere ogni giorno inputs dalla musica che ascolto.
Mr.Lp: Ci racconti brevemente com’era la
scena musicale bresciana e italiana dei tuoi esordi?
Diego: Brescia ha sempre avuto un’ottima
tradizione di musicisti. In Italia gli anni 80 sono stati anni di grande
fermento ed energie poi sfociate nel periodo aureo degli anni 90 in cui la
musica rock ha dato forse il meglio di sé. La scena era fortemente sostenuta da
media e case discografiche, gli artisti avevano i mezzi per esprimersi e il
pubblico era attento e coinvolto. Poi però le cose sono cambiate radicalmente,
forse per i tanti sprechi o per scelte sbagliate o, semplicemente, perché si
sono esaurite le energie!
Mr.Lp: Come sei arrivato alla fondazione dei
Timoria e quali erano le tue influenze musicali in quegli anni? Avreste mai
pensato di diventare una delle band di riferimento del rock italiano degli anni
novanta?
Diego: I Timoria non sono stati una
mia idea. Io ne sono stato fondatore perché unico batterista dagli esordi e, in
quanto tale, mi sono sempre reputato un quinto dell'intero. L'idea della band è stata di Omar. Abbiamo
iniziato a suonare assieme all'epoca del liceo, per passione e amore per la
musica. Ci siamo conosciuti ad un concorso musicale per istituti superiori,
ognuno suonava con la propria band e l'anno successivo ci siamo messi assieme e
iscritti al concorso con il nome Precious Time. L'abbiamo vinto e da li per
quasi vent'anni abbiamo condiviso un’esperienza unica.
Di sicuro allora non pensavamo che
saremmo diventati una delle band di riferimento del rock italiano degli anni
novanta ma la determinazione e convinzione di essere "diversi" e in
qualche modo unici ci ha sempre spinti oltre. Le sinergie all'interno della
band erano molto forti e questo è stato percepito dal pubblico sin dall’inizio.
Poi un po' di fortuna, tanto lavoro, tanti sacrifici e molta buona musica ci
hanno portato a raggiungere traguardi inaspettati.
Mr.Lp: Sempre con i Timoria hai partecipato
per ben 2 volte al festival di Sanremo, puoi raccontarci i retroscena e come
hai vissuto quell’esperienza? E’ veramente “il male” della musica italiana come
molti puristi del panorama indipendente affermano?
Diego: Sanremo non è il male, Sanremo
è quello che è, così come lo si vede. Fondamentalmente è una trasmissione
televisiva che ti dà una visibilità incredibile, sta all'artista riuscire a
sfruttarlo al meglio. C'è chi ci è riuscito alla grande e chi no. Per i Timoria
fu un'esperienza decisamente positiva nel 1991 quando vincemmo il premio della
critica e il grande pubblico non ci conosceva ancora. Fu un momento di rottura
per gli standard del Festival. La seconda volta invece nel 2002 a mio avviso fu
più un male che un bene… col senno di poi non avevamo bisogno di quel tipo di
esposizione. Non andò come avremmo voluto anche se quell'anno suonare con
l'orchestra fu davvero un’esperienza incredibile.
Mr.Lp: Nel 2002 si sciolgono i Timoria, di
lì a poco nascono i Miura. Com’è stato il passaggio dal suonare in una band
famosa prodotta da una major ad una indipendente?
Diego: E' stato per certi versi
liberatorio, uscire dalle “costrizioni” che una band come i Timoria ci
imponeva, sicuramente mi ha permesso di pensare di più alla musica. Certo,
ricominciare da capo non è mai facile, ma i tre dischi con i Miura sono stati un’esperienza
molto importante per tanti aspetti della mia vita.
Mr.Lp: Attualmente suoni negli Adam Carpet,
un progetto di musica strumentale molto interessante che prevede nella
formazione ben 2 batterie. Vuoi parlarci di com’ è nata questa collaborazione e
di questa doppia sezione ritmica?
Diego: E' un progetto nato dall'idea
di provare a scardinare un po' gli standard con una formazione atipica nella
quale gli strumenti interagiscono in maniera inusuale. La doppia sezione
ritmica ci ha permesso di sperimentare molto sul suono e sulle strutture
ritmico/armoniche dei brani; non essendoci poi vocals la libertà di espressione
è stata massima. I musicisti con cui suono sono straordinari e il progetto
artistico mi coinvolge e rappresenta al cento per cento il mio presente… e mi
piace!
Mr.Lp: Siamo tutti al corrente dell’attuale
crisi del mercato discografico. Considerando la tua esperienza, credi ci
potessero essere più possibilità negli anni ’90 o che sia semplicemente
cambiato il modo di fruire e promuovere la musica?
Diego: E’ certamente cambiato il modo
di fruire la musica oggi. Rispetto agli anni 90 è ancora più ascoltata e
presente, la proposta è infinita ma il pubblico si approccia alla musica in
maniera diversa, forse con meno profondità e passione. E’ tutto molto veloce…
la musica digitale è sicuramente il futuro, in particolare lo streaming, ma
resta ancora da capire come monetizzare e come creare il flusso di denaro
sufficiente per sostentare gli artisti e tutti quelli che di musica vogliono
vivere. I concerti credo siano ancora l'unico aspetto che è rimasto inalterato
nel tempo ma non suscitano più nell'utente lo stesso interesse di 20 anni fa.
Mr.Lp: Nella tua esperienza di musicista,
qual è stata la data o il tour che ricordi con più piacere? Quale con meno?
Raccontaci le due esperienze.
Diego: Difficile sceglierne uno ma tra
i migliori, sicuramente il concerto dei Timoria a Sonoria nel 2004 e a Imola
all'Heineken Jammin' Festival nel 2002…la presentazione di 3 dei Miura alla
Casa139 e la prima data in assoluto di Adam Carpet al Factory a Milano.
Il tour che ricordo sicuramente con
meno piacere è stato l'ultimo con i Timoria nel 2003.
Mr.Lp: Cosa ti sentiresti di consigliare ad
un ragazzo che decide oggi di formare una band?
Diego: Oggi, oltre a scrivere della
buona musica, serve più che mai una buona dose di entusiasmo, do it yourself e
tanta creatività, soprattutto nella comunicazione. Il mezzo più comunicativo
oggi è sicuramente il web ma è velocissimo, inflazionato e dispersivo. Per
farsi notare e attirare l'attenzione serve originalità e creatività, ripeto, al
di là della musica che comunque resta la cosa più importante.
Mr.Lp: Oltre alla passione, cosa ti fa
continuare a suonare e produrre musica nel 2013?
Diego: E’ la mia vita, non so fare
altro, o meglio, la musica è ciò che mi riesce meglio fare, senza dubbio!
Mr.Lp: Tormentone finale, come ti vedi a 60
anni?
Diego: Con qualche capello bianco in
più ma con lo stessa indomita passione, magari dall'altra parte del vetro in
veste di producer… è una dimensione che ho già sperimentato e non mi dispiace
affatto.
ADAM CARPET: www.adamcarpet.com
PRISMOPACO RECORDS: http://www.prismopaco.com/
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