domenica 7 luglio 2013

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Eccoci qua, è passato un po’ di tempo da quando abbiamo parlato con Mayo, da allora il blog ha raggiunto circa 600 visualizzazioni. Non sono un blogger o uno scrittore esperto e non so se sia cattiva creanza parlare delle visualizzazioni, ma devo dire in tutta onestà che sono sorpreso e non mi aspettavo tanto. Uno dei motivi principali è sicuramente dovuto al fatto che Mayo è un personaggio molto interessante e oltretutto è stato così gentile da segnalare l’intervista sui profili facebook delle bands in cui suona. Quindi grazie, a voi che leggete ed anche a lui. Detto questo spero che in parte il motivo sia dovuto anche al fatto che l’argomento trattato incuriosisca un po’ tutti gli appassionati di musica e che le domande possano differire da quelle che siamo normalmente abituati a leggere su riviste o fanzine varie… Perché? Beh, perché lo scopo del blog non è parlare dell’ultimo disco o dell’ultimo concerto (vi rimando al primo post nel caso siate dei nuovi lettori). Nella seconda intervista parlerò con Olly, una persona che, per chi è interessato al panorama musicale indipendente italiano, non credo abbia bisogno di troppe presentazioni. Come tutte le persone che compariranno in queste pagine, gode di tutta la mia stima... per quello che può valere.


Olly Riva è un produttore musicale, songwriter e musicista nato a Bergamo il 17 Novembre 1974 e ad oggi è stato:

Bassista dei Crummy Stuff nei primi anni ’90,


Cantante degli Shandon dal 1994 al 2004,


Cantante dei Furious Party nel 2000,


Cantante con i Goodfellas nel disco “Olly meets the Goodfellas” nel 2005, 


Cantante dei the Fire dal 2005 a oggi. 


È stato inoltre l'ideatore del progetto Punx Crew e partecipa attivamente all’ iniziativa umanitaria Rezophonic, non solo come cantante, ma anche come autore e produttore. In questo momento si sta cimentando in un nuovo progetto solista, Soul e R&Blues, la musica che amava da bambino. 


Mr.LowProfile: Ciao Olly, sei nato in un paese di provincia dove novità musicali e cultura underground non sempre arrivavano facilmente, specialmente prima dell’avvento di internet. Chi ti ha iniziato al rock, quali sono stati i tuoi primi ascolti e dove compravi i tuoi dischi? 

Olly: Mio padre è un musicista e a 5 mesi ero già sulle sue gambe mentre suonava il Soul col mitico Farfisa a 2 piani per cercare di farmi addormentare, invano ovviamente!! Fino ai 10, 11 anni il Soul e il R&Blues erano la mia colonna sonora ma non avevo mai comprato dischi. Poi mia cuggggina mi ha fatto scoprire 3 band che mi hanno cambiato la vita: i Queen, gli AC/DC e i Police. Ascoltavo i loro dischi a ripetizione appena potevo andare a casa sua. Poi lei ha cominciato a lavorare in un negozio di dischi e ho comprato la prima cassetta, quella di una band vista per caso su Deejay Television: gli Stray Cats. Da lì in poi è stata una ricerca continua di musica e artisti nuovi. A 16 anni conobbi Tiziano, un batterista di un paese vicino al mio, e iniziammo a suonare insieme, io voce e chitarra, lui alla batteria. Fu proprio lui a farmi scoprire il panorama underground del tempo, i Nirvana degli esordi, i Fuzztones, i Bad Religion etc etc… insomma mi aprì al dark, al punk, all’hardcore, al grunge, allo ska, etc etc… in seguito abbiamo iniziato a suonare insieme nei Crummy Stuff.

Mr.Lp: A che età hai iniziato a suonare e chi e cosa hanno portato nel 1994 alla formazione degli Shandon?

Olly: Ho iniziato nel 1989 ma con poco entusiasmo e senza nessuna meta, andavo troppo in skate e il resto non lo cagavo molto… poi dopo l’incontro con Tiziano, (vedi sopra n.d.r.) la passione per lo skate lasciò il posto alla chitarra. Gli Shandon nacquero nel ‘94 come formazione Punk per un breve periodo, poi si sciolsero. In quel periodo ero entrato a far parte di alcuni gruppi tra cui gli Shaa. Fu proprio col bassista degli Shaa,  Andrea, che parlai della mia voglia di lasciare il gruppo per riformare gli Shandon ma in una nuova veste,  più aperta alla musica e meno al punk. Lui accolse l’idea e insieme riformammo gli Shandon suonando ska, punk, hardcore, metal, surf garage… insomma tutto quello che ci andava di suonare senza pippe di genere o di contesto, cosa che ci è stata spesso criticata dal pubblico che odiava gli Shandon. Ma noi ci sentivamo liberi e ce ne sbattevamo.

Mr.Lp: In 10 anni di Shandon hai avuto l’occasione di suonare con la maggior parte delle band ska (...e non solo...) più famose al mondo (Rancid, the Mighty Mighty Bosstones, Reel Big Fish, Goldfinger, the Offspring ecc… ), con quale band hai provato più emozioni a suonare? Hai qualche aneddoto divertente o curioso da raccontarci a riguardo?

Olly: Con i Rancid è stato terribile! Subito dopo il nostro show ci sbatterono letteralmente fuori dal locale, con assurde motivazioni, per lasciare spazio ai Rancid che invece erano stati gentilissimi e di certo non avevano mai fatto richiesta di volerci fuori dalle palle, anzi. Gli organizzatori dell’epoca invece si comportarono di merda con noi. In seguito facemmo il festival TVOR a Bologna con Pennywise, Turmoil, Snapcase etc etc… in quell’occasione Fletcher dei Pennywise durante “Bro hymn” mi mise addosso la sua chitarra e mi disse “suonala tu”… assurdo!!! Ma sicuramente le emozioni più forti le ho provate nelle date con gli Offspring davanti a una valanga di gente. Noi eravamo abituati ai centri sociali o a locali con poche persone davanti, lì avevamo davanti un pubblico di 6/7 mila persone che probabilmente, prima di sentirci suonare, pensava “ma chi cazzo sono questi”??!! Gli Offspring sono stati molto disponibili con noi, grandi persone che non si atteggiavano a superstar e che solo 3 anni prima avevo visto come spalla ai NOFX, in un locale con circa 300 persone davanti.

Mr.Lp: Rispetto agli anni novanta il mercato musicale è molto cambiato, sicuramente allora si vendevano più dischi e la gente andava più volentieri a vedere i concerti. Ma, se vogliamo trovare un lato positivo, a mio parere l’aumento delle autoproduzioni a causa dell’abbattimento dei costi ha permesso a molte band di nascere ed esprimersi con meno difficoltà, per non parlare della promozione mediatica oramai quasi esclusivamente affidata alla rete e ai social network gestibili direttamente dai musicisti stessi. Quali sono a tuo parere i lati positivi e negativi di questa evoluzione naturale del mercato?

Olly: Discorso interminabile direi. Si, è vero che i social ti danno spazio, ma è anche vero che creano caos: troppe band, troppi artisti, troppa musica, troppa scelta e quindi le tue orecchie non capiscono più cos’è vero e cosa no, cos’è di qualità e cosa invece è fatto solo col computer, chi è davvero un artista e chi invece è solo molto bravo a spacciarsi come tale. Con l’andare del tempo le orecchie e gli occhi si disabituano a percepire cosa è realmente bello e sincero. Il non avere tutto a disposizione, a differenza di oggi  che siamo letteralmente bombardati, implicava una curiosità, una passione e una voglia di ricercare che si sono andate spegnendo.

Mr.Lp: Lo ska e i suoi derivati sembrano ormai passati di moda, specialmente nel bel paese dove è prevalentemente rappresentato da bands ormai formatesi da almeno 20 anni, come mai secondo te?


Olly: Non saprei, non ho mai amato lo ska fino in fondo. Ero un fan di alcune band ma non di tutto il genere, io sono fatto cosi, non vedo limiti musicali e quindi mi innamoro solo di quello che mi arriva più vicino come intenzione, gusto, scelte artistiche e sonorità. Le menate di scena musicale o di voler esser parte di un movimento, punk, ska, rockabilly, skin, metal o qualunque esso sia, non fanno per me. Amo moltissimo la musica, non necessariamente il genere in cui si colloca. Di conseguenza, se un genere tende a perdere luce non me ne accorgo a meno che le band che mi piacciono svaniscano.

Mr.Lp: Assieme ai the Fire, la tua band attuale, avete avuto l’occasione di aprire le date del tour dei Gotthard. Che differenze hai trovato tra l’ambiente musicale live italiano e quello estero a livello di professionalità e di pubblico?

Olly: I Gotthard sono enormi in Svizzera e in Germania, hanno un pubblico assurdo e incredibilmente eterogeneo, dai 5 ai 70 anni. Pazzesco!! È un pubblico, quindi, non di nicchia e più interessato al divertimento. Insomma un pubblico meno attento alla musica underground ma molto vivo. Ci siamo trovati benissimo e non siamo mai stati criticati negativamente. Insomma una grande esperienza in un contesto molto lontano dal nostro e ad alti livelli qualitativi. In Germania abbiamo suonato allo stadio di Monaco con i Kaiser Chief e il pubblico, nonostante il freddo, è stato fantastico. Al Pukklepop in Belgio abbiamo suonato davanti a 4mila persone in un festival da 60mila al giorno con Fall out boy, Soulfly, Iggy Pop e Gogol Bordello. In generale, ogni nazione vive la musica live in maniera diversa, quindi dire che all’estero è tutto meglio è sbagliato. E’ vero pure che in alcune nazioni i concerti sono il sale dell’intrattenimento mentre qui in Italia ci si lamenta per un biglietto da 10€ e poi se ne spendono 50€ al Pub sentendo musica diffusa e per di più di bassa qualità.

Mr.Lp: Sempre con i The Fire hai deciso di scrivere i testi in inglese: cosa significa cantare in inglese in Italia? 

Olly: Credo che un certo tipo di rock in Italiano diventi ridicolo, ma solo per questioni fonetiche, non di contenuto. Ho provato a scrivere testi in Italiano per i Fire ma mi suonava sempre poco credibile. Un cantante che si vuole esprimere tecnicamente con l’Italiano ha grossi freni legati alle vocali aperte o alle parole troppo lunghe. Per il resto l’inglese aiuta a sconfinare da questo paese arido e cocciuto. Ho sempre visto il confine svizzero come una meta da superare e l’inglese mi ha aiutato a farlo. 

Mr.Lp: Oltre ad essere musicista e songwriter sei anche un produttore musicale. Hai lavorato con gruppi affermati e datati come gli STP e anche con realtà emergenti. Da tempo inoltre lavori con i Rezophonic, progetto musicale di Mario Riso che raccoglie diversi musicisti allo scopo di costruire pozzi e scuole in Africa. Che soddisfazioni e quali difficoltà si incontrano nel produrre e nel confrontarsi con musicisti e idee altrui?

Olly: Le difficoltà sono legate al fatto che ti viene dato il privilegio di toccare e plasmare la musica di un altro ed è sempre una cosa delicata. La musica non è razionale e per di più è personale al 100%. Ogni cambiamento va spiegato, capito e accettato da chi scrive e da chi suona. Negli anni credo di aver trovato il mio modo di affrontare questa visione d’insieme e per mia fortuna i musicisti a oggi non si sono mai lamentati hehehe… Pino Scotto per esempio è uno che ti dà carta bianca. Ha una cultura musicale vastissima, ti rispetta molto ma sa quello che vuole ed è un attento ascoltatore: capisce il dettaglio e il suo carisma, oltre alla sua voce, permea tutto ciò che fa. Mi sento quindi di dissentire con quelli che pensano che Pino sia solo un fenomeno televisivo. 

Mr.Lp: Grazie alla tua esperienza di produttore e quella ventennale di cantante hai avuto modo di conoscere tantissimi musicisti e realtà differenti. Cosa ti sentiresti di consigliare ad un ragazzo che si appresta oggi nel 2013 a formare una band?

Olly: Di non nascondersi dietro al mondo digitale dove tutto si può correggere e sistemare. Di imparare a suonare con volontà e sincerità, cambiando anche strada quando ci si accorge di non aver talento. Non voglio fare lo stronzo, ma suonare ormai sembra una cosa che può fare chiunque. E  le parole di Sid Vicius, secondo cui basta imparare due accordi per formare una band, appaiono oggi come una verità assoluta, per alcuni ovviamente. Beh, i tempi sono cambiati: se non sai suonare datti al pattinaggio, se non sai cantare non ti ostinare a diventare qualcuno:  fallo in camera tua!!! Mi spiace rovinare l’idea comune per cui la musica è per tutti… Non tutti possono dipingere o scrivere ma invece sembra che tutti possano suonare. Basta con questa ipocrisia! Cercate il vostro talento e coltivatelo non saturate un ambiente già schifosamente stuprato.

Mr.Lp: Cosa ti spinge a continuare a suonare nonostante le tante difficoltà legate alla realtà nazionale musicale e non?

Olly: Il mio è un bisogno fisico e mentale, è creatività, è entusiasmo, voglia di esprimersi, voglia di sentirsi a disagio e allo stesso tempo in uno stato di grazia. Non potrei smettere come quando smetti di fumare o di vestirti in un certo modo. Poi magari un giorno smetterò di rompermi il cazzo a contattare i locali per suonare in giro e la smetterò di fare in modo che i miei dischi escano, ma credo che nessuno mi farà smettere di vedere la musica come mio unico fattore vitale. 

Mr.Lp: Ogni intervista finirà con questa domanda imbarazzante, come ti vedi a 60 anni?

Olly: Senza pensione e con la casa piena di dischi.




THE FIRE: http://www.thefiremusic.com/
REZOPHONIC: http://www.rezophonic.com/  




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